Collutorio
Quando utilizzarlo

Luca Grossi

L'igiene orale è fondamentale per la salute dei denti e delle gengive. Oltre allo spazzolino e al filo interdentale, esiste un'altra arma per combattere la placca batterica: il collutorio. Si tratta di un liquido antisettico da usare dopo il brushing, capace di raggiungere anche i punti più nascosti della bocca e di eliminare i batteri responsabili dell'alitosi e delle carie. Ma come si usa il collutorio correttamente? Quali sono i casi in cui è meglio sostituire e quelli in cui invece è superfluo o addirittura controproducente? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande e di fornire alcuni consigli pratici per scegliere il collutorio più adatto alle proprie esigenze.

Quali tipologie di collutorio esistono?


Esistono diverse tipologie di collutorio, ciascuna con caratteristiche specifiche e adatte a diverse esigenze. La scelta del collutorio giusto dipende infatti dal tipo di problema che si vuole risolvere, dallo stato di salute della bocca e dalle preferenze personali.

Vediamo le principali tipologie di collutorio:

• Collutorio antisettico: è il tipo più comune e ha una funzione disinfettante, grazie alla presenza di sostanze come il cloruro di benzalconio, il cloruro di cetilpiridinio o l'olio di tea tree. È utile per combattere la placca batterica e l'alitosi, ma va usato con cautela perché può alterare la flora batterica naturale della bocca.
• Collutorio antibatterico: ha una funzione simile a quella del collutorio antisettico, ma contiene principi attivi specifici per combattere batteri specifici, come Streptococcus mutans, responsabili delle carie. È consigliato soprattutto per chi ha una forte predisposizione alle carie.
• Collutorio fluorato: contiene una quantità di fluoro che aiuta a rafforzare lo smalto dei denti ea prevenire la formazione di carie. È particolarmente indicato per chi ha una scarsa igiene orale o una dieta ricca di zuccheri.
• Collutorio sbiancante: contiene principi attivi in grado di eliminare le macchie superficiali sui denti, restituendo loro un colore più bianco. È utile per chi vuole un effetto immediato di sbiancamento, ma va usato con cautela perché può essere aggressivo per lo smalto.
• Collutorio per la sensibilità: contiene principi attivi in grado di ridurre la sensibilità dentale, tipica di chi ha denti sensibili al caldo, al freddo o al dolce. È consigliato soprattutto per chi ha denti molto sensibili o che ha subito interventi di sbiancamento o pulizia dentale.
Queste sono le principali tipologie di collutorio, ma ne esistono anche altre, come il collutorio per la gengivite o quello per l'alitosi cronica. Prima di scegliere un collutorio è sempre consigliabile consultare il proprio dentista o igienista dentale, che sapranno consigliare la tipologia più adatta alle proprie esigenze.

Quali sostanze solitamente contengono?


Le sostanze contenute nei collutori possono variare a seconda della tipologia del prodotto e del marchio specifico, ma ecco un elenco delle sostanze più comuni presenti nei diversi tipi di collutorio:
• Collutorio antiseptico: cloruro di benzalconio, cloruro di cetilpiridinio, olio di tea tree, clorexidina, acido salicilico, eucalipto, mentolo, timolo.
• Collutorio antibatterico: clorexidina, triclosan, fluoro, zinco, ossicloruro di rame.
• Collutorio fluorato: fluoro, sodio laurilsolfato, sorbitolo, glicerina, xilitolo.
• Collutorio sbiancante: perossido di idrogeno, bicarbonato di sodio, acido citrico, acido salicilico, acido lattico.
• Collutorio per la sensibilità: nitrato di potassio, cloruro di stronzio, fluoro, idrossiapatite di calcio.

Ovviamente, ogni prodotto può contenere altre sostanze, come aromi o edulcoranti, ma queste sono le principali sostanze attive che conferiscono al collutorio le proprietà specifiche per le quali viene utilizzato. È importante leggere attentamente l'etichetta del prodotto per conoscere esattamente la composizione del collutorio e valutarne l'eventuale efficacia e sicurezza per la propria salute orale.

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